La nostra “doccia gelata”

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Abbiamo più o meno tutti assistito, la scorsa estate, alle esibizioni benefiche di personaggi famosi che si filmavano mentre venivano sommersi da un secchio di acqua gelata, per sensibilizzare la raccolta fondi a favore della SLA.

Una lodevole iniziativa, forse un po’ degenerata nello spettacolo fine a se stesso, ma comunque utile a far parlare di questa terribile malattia le cui cause sono ancora misteriose e le cure difficili, se non purtroppo ancora impossibili.

Una malattia che può colpire chiunque perché si manifesta “casualmente” nella vita di persone normali, in età e condizioni di vita differenti e non riconducibili ad un motivo o ad una causa scatenante. Così è successo che il nostro caro amico e maestro Luciano Nattino, con il quale abbiamo trascorso molti anni della nostra formazione artistica (e che ha scritto e diretto due spettacoli per Erbamil negli anni novanta: “Pinzillacchere” e “La sera prima della fine del mondo”) si sia ammalato di SLA. Nel giro di pochi anni si è ritrovato inspiegabilmente a perdere progressivamente l’uso del corpo, pur mantenendo la lucidità mentale e la possibilità (non facile) di comunicare, aiutato da un’apposita sofisticata strumentazione.

Con grande coraggio ha messo a disposizione della scienza la propria esperienza, non solo di persona colpita dalla malattia ma soprattutto di autore teatrale, scrivendo un testo per nulla retorico, a tratti anche divertente e molto coinvolgente per far conoscere a tutti che cosa sia la SLA e quanto sia importante aiutare la ricerca scientifica per sconfiggerla.

Perciò vi invitiamo a non perdere questa occasione di approfondimento, grazie ad uno spettacolo profondo e appassionante (si svolge come un “giallo” con molti momenti di suspence).

La doccia gelata si sente al momento ma poi rischia di essere dimenticata, il teatro ha spesso la forza per lasciare il segno, nel ricordo e nelle coscienze di chi vi assiste.